Giorno 1 - Giovedì 30 luglio 2009
60,2 Km - 2300 m salita - 810 m discesa
Scuol - Ftan - Guarda - Lavin - Zernez - Cinous-Chel - Susauna - Keschhütte
A Scuol si intuisce subito che la prima giornata di questo TorTour non sarà semplice: partiamo in 21 alle 11.15 (troppo tardi per una tappa così impegnativa, mea culpa) a causa del traffico lungo la Val Venosta, il parcheggio luogo di ritrovo non è proprio semplicissimo da raggiungere, mancano 2 all'appello che promettono di raggiungerci nel pomeriggio.
Si parte subito in forte salita fino a Ftan, lungo una sterrata bianca tra i pascoli boccheggiando per l'afa e basiti per la vista di numerosi trottinett, maxi monopattini da discesa per tutte le età che incrociamo salendo e che evidentemente sono molto diffusi da queste parti.
Da Ftan lungo diversi leggeri saliscendi, in parte asfaltati in parte sterrati, passiamo sopra il paese di Ardez, poi attraverso la località Bos-Cha e raggiungiamo l'abitato di Guarda.
Le case di qui, decorate e abbellite da generazioni, valgono da sole una visita da queste parti.
Da Guarda si torna a fondovalle fino a Lavin, quindi si pedala lungo la sterrata lungo l'Inn fino a Zernez. Sono le 14.00 ed il gruppo si divide tra "dobbiamo assolutamente mangiare qualcosa" e "meglio che andiamo avanti perchè sono previsti temporali in serata" : in effetti mancano ancora 1300 m di dislivello da fare in ca 27 km.
La pausa pranzo dura comunque poco, poi riprendiamo la sterrato il costante ma leggera salita che ci porta a Cinous-Chel, quindi, attraversata la ferrovia, proseguiamo fino in località Susauna.
Le allegre discendenti di Heidi indaffarate con il loro mercatino estivo provano a venderci qualcosa, ma la combinazione ora attuale (16.15) e la visione sulla tabella segnaletica di quanto manca a piedi alla meta (4h 45m) ci ha tolto la voglia di scherzare.
I problemi a questo punto sono due : arrivare in tempo utile al rifugio per la cena e sperare che il gruppo in arrivo in treno a Cinous-Chel per l'ascesa finale non se la prenda troppo comoda.
La sterrata fino al Alp Funtauna, a quota m 2190, è in ottime condizioni ma alcune rampe troppo ripide e la stanchezza della giornata la rendono comunque molto impegnativa.
Dai pascoli intorno alla malga, in cui facciamo la piacevole conoscenza di esemplari suini ed equini, il sentiero diventa solo in parte pedalabile, sempre più raramente, finchè ci so trova tutti sgranati a spingere verso il rifugio. Il gruppo di testa lo avvista fin dalla malga, gli altri non riescono invece mai ad avere un contatto visivo perchè nel frattempo inizia a calare una inquietante nebbia.
I cellulari non funzionano, non è quindi possibile avvisare il rifugio del ritardo nè tantomeno i 3 ritardatari per sapere a che punto sono.
Il passaggio da quota m 2200 a m 2300 sembra non passare mai, impazzano le scommesse sull'ora di arrivo, dopo le 19.00 il sole tramonta dietro una cima e la nebbia si fa più fitta.
Ormai provati ci limitiamo a spingere non perdendo di vista la sagoma di chi ci precede, poi il sentiero si fa inesorabilmente più ripido e finalmente intravediamo i contorni del rifugio prima di andargli a sbattere contro.
Sono le 20.00 e ce l'abbiamo finalmente fatta -: siamo alla Keschhütte, rifugio peraltro modernissimo e ad alta efficienza energetica completamentamente ristrutturato 3 anni fa ! Altre buone notizie: la cena si fa, alle 20.30 solo eccezionalmente per noi (zuppa con asparago, spaghetti+ragù, dessert alle nanoparticelle di fragole), il gruppo ritardatario ha avvisato il rifugio che pernotta a Cinous-Chel e ci raggiunge domani, le docce sono calde (magari non proprio per tutti).
Per festeggiare la conclusione del temutissimo tappone non resta altro che stappare la bottiglia di "Ripasso" offerta da Wadis e trasportata da Claudio fin qui su: piace di brutto anche ai gestori.
Poi tutti a nanna nello stanzone rassegnati all'inevitabile battaglia con il sacco lenzuolo.
Giorno 2 - Venerdì 31 luglio 2009
43,4 Km - 985 m salita - 2140 m discesa
Keschhütte - Chants - Bergün - Filisur - Monstein - Davos Glaris
L'armata delle tenebre al completo - sacco lenzuolo, russatori, altitudine, ragù - non ha dato scampo alla maggior parte di noi: si è dormito poco e male. Colazione con vista sul ghiacciaio del Piz Kesch mentre una leggera nebbiolina rende ancora più suggestivi gli "omini di pietra" eretti in quantità intorno al rifugio.
Il sentiero che scende a Chants, nonostante i nostri timori, si rivela fantastico: single track completamente pedalabile in un panorama spettacolare ! Da Chants si continua a scendere lungo una sterrata che segue il corso del torrente. A Bergün avviene il ricongiungimento con i tre desaparecidos della sera precedente, che ci hanno raggiunto in treno fino qui.
A proposito di treni: fantastico come in Svizzera sia possibile raggiungere qualsiasi (o quasi) località in treno - stiamo per entrare in una zona ricca di ponti, viadotti, gallerie !
Inizia a piovere (meteoschweiz.ch lo aveva previsto) e proseguiamo in discesa, dopo un breve tratto in salita, sulla sterrata verso Filisur, che superiamo iniziando a salire tra pascoli e bosco.
Pausa a tema "perchè non abbiamo dietro delle salsicce?!" nei pressi di una postazione pubblica per grigliare (completa di legna da ardere free ...) e poi seguiamo il sentiero che si inoltra nel bosco e ci conduce al Wiesner Viadukt, viadotto ferroviario a 90 m. sopra il torrente sottostante costruito ben 100 anni fa, la cui passerella per bici e pedoni è agganciata al viadotto e sospesa nel vuoto.
Subito oltre il viadotto pausa pranzo alla stazione di Wiesen presso il ristoro "Due Zozzoni" : tralasciando la discutibile idoneità sanitaria dei personaggi, il posto è piacevole e ricco di creazioni-cianfrusaglie che lo rendono del tutto particolare. Il cibo in fin dei conti è semplice ma corroborante ed alcuni azzardano pure un bis.
Inizia da qui un tratto di sentiero che attraversa la gola e prosegue sulla vecchio tracciato della ferrovia in uso fino a 35 anni fa, poi soppiantato da gallerie e nuovi tratti. Le nostre bici avanzano ora proprio sulla vecchia ferrovia, ora sterrata, tra rocce, viadotti, parapetti e qualche tunnel.
Incrociamo la strada asfaltata nei pressi dell'unico museo minerario della Svizzera, in località Schmelzboden, proseguiamo su essa per un breve tratto fino alla stazione di Monstein, quindi attraversiamo la ferrovia e saliamo lungo lo sterrato che sale al paese di Monstein, in realtà quasi 300 m di altitudine più sopra.
Ancora un breve tratto in leggera salita di single track nel bosco, poi finalmente si scende in picchiata a Davos Glaris, destinazione Rinerlodge all'interno di un campeggio sulla riva di un torrente. Camerette con comodi letti a castello, docce calde a volontà, pompa per lavare le inzaccheratissime mtb, fermata del treno per chi vuole fare una breve visita (deludente) a Davos, cena che supera la sufficienza senza particolari lodi e bicchierini di "genziana" che lasciano il segno.
Giorno 3 - Sabato 1 agosto 2009
29,3 Km - 1970 m salita - 925 m discesa
Davos Glaris - Frauenkirch - Staffelalp - Maierfelder Furgga - Arosa - Hörnlihütte
Oggi è giornata di festa nazionale in Svizzera e compleanno di Viti (da brividi il coro "tanti auguri a te .." in sala mensa"). Bandiere di tutte le dimensioni e aromi di griglia ci accompagneranno per tutta la tappa che promette bene con due salite da 900 m cadauna, anche se la seconda è bypassabile con l'utilizzo (addirittura gratuito perchè siamo ospiti di un rifugio in zona) dell'ovovia.
Iniziamo salendo leggeremente lungo la strada asfaltata in direzione Davos fino a Frauenkirch, quindi a sx tra grazione baitine, botteghe e creazioni di artisti più o meno piacevoli alla vista lungo una decina di tornanti asfaltati. Poi la salita diventa sterrata e impegnativa e dopo un tratto nel bosco raggiungiamo i pascoli della Staffelalp, un borgo di malghe molto caratteristico base di partenza per l'ascesa alla forcella Maienfelder Furgga.
La parte centrale di questa salita è, come da copione un osso duro: si spinge alungo, a volte si trasporta la bici lungo un ripido segnavia tra sassi e scalini. I tratti iniziali e finali in costa sono invece single track pedalabilissimi. In comune hanno comunque il panorama spettacolare e la sensazione di avere questo palcoscenico tutto per noi. Tra qualche imprecazione e diversi pediluvi nel torrente raggiungiamo la forcella tra le cime del Furggahorn (dx) e Amselflue (sx).
Ad attenderci numerose vacche che subito cercano per nulla intimorite qualcosa da leccare tra bici e zaini. Tra l'avvistamento di un aquila che volteggia sopra le cime difronte a noi ed un tentativo estremo di downhill lungo il nevaio ancora presente a questa quota, intravediamo già il rifugio meta della tappa odierna. Ristorati nel corpo e nello spirito siamo pronti alla discesa verso Arosa: tecnicamente un singletrack molto ripido con fondo sconnesso, in pratica una delle discese pedalabili più difficili che si possano incontrare, per le dimensioni del pietrisco sul fondo, la lunghezza dei tratti rettilinei in discesa, l'assenza di tornanti per rifiatare. Insomma una discesa tosta ma con vista continua su Arosa e i suoi laghi che ripaga abbondantemente.
Nel bosco il tracciato torna ad essere una comoda sterrata che scende sulle rive del lago Stausee.
Si sale quindi nuovamente fino al lago Untersee, dove è gradita la pausa pranzo al lido locale : ci starebbe anche un tuffo corroborante ma la temperatura dell'acqua non è delle più invitanti.
L'opzione ovovia gratuita, da prendere o lasciare proprio a questo punto della tappa, viene scartata dalla quasi totalità del gruppo: lo spirito èe quello giusto di resistere sui pedali fino alla fine.
Saliamo su asfalto attraversando il paese e costeggiando il lago Obersee, poi tra case ornate a festa raggiungiamo località Maran e il suo spettacolare campo da golf, quindi inizia la parte in costa che intravedevamo anche dalla forcella della mattina: adesso la discesa di qualche ora fa è perfettamente visibile in tutta la sua pendenza e ci stupiamo noi stessi di essere realmente scesi da lì.
La salita è gradevole, per nulla impegnativa nonostante la stanchezza e la meta della nostra tappa è sempre più vicina e costantemente visibile. Arriviamo alla stazione intermedia della funivia del Weisshorn, poi alla Carmannahütte, alla nostra sx sempre pascoli, sterrate, impianti di risalita. Solo verso la fine la pendenza sale decisamente e l'ultimo tratto a spinta è inevitabile.
Alle 16.30 siamo alla Hörnlihütte ed è stato meno duro e più veloce del previsto.
Le ore trascorrono spaparanzati al sole sulla terrazza, in attesa di una cena che - non capiamo se complice la festività o sempre così di default - riesce a stupirci molto positivamente: zuppa al pomodoro, verdure a volontà, patate al cartoccio e delle costine fantastiche.
Il dessert sono i fuochi d'artificio ed i falò che si accendono lentamente sulle montagne e nei fondovalle intorno a noi: nel buio della notte che sta arrivando tutta la Svizzera festeggia con entusiasmo e siamo un po' invidiosi di cotanta unità.
Complici birre e grappini vari in quantità è ora di coricarsi nello stanzone ed infilarsi nel sacco lenzuolo per l'ultima volta.
Giorno 4 - Domenica 2 agosto 2009
29,7 Km - 245 m salita - 2145 m discesa
Hörnlihütte - Parpan - Churwalden - Passugg - Chur - Scuol (in treno)
Puntuale come un orologio svizzero in nottata è arrivato il fronte temporalesco annunciato: il sole del giorno precedente sembra una chimera dando un'occhiata fuori dalla finestra del rifugio, si intravedono solo pioggia e nuvole. Subito dopo colazione intravediamo un momento senza pioggia per affrontare il sentiero che scende e risale alla forcella Urdenfürggli ed alle 8.15 siamo già in sella, visto che alle 12.20 ci aspetta il treno a Chur. Detto fatto ed appena partiti inizia a piovere nuovamente, quindi pedaliamo solo in parte e spingiamo parecchio sotto l'acqua sul fondo scivoloso del sentiero fino al passo. La vista da qui è fantastica, da una parte il rifugio sul crinale, dall'altra la vallata di Lenzerheide, sotto di noi una discesa ripida ma potenzialmente divertente ma invece dannatamente insidiosa a causa del fondo fangoso.
Nel frattempo la pioggia ha lasciato posto ad un timido sole ed abbiamo anche il tempo di testare un tracciato di downhill appositamente segnato come una gara di slalom gigante, poi lo sterrato scende veloce tra i pascoli fino a Parpan.
Un ultimo tratto in leggerissima salita, poi il tracciato scende senza soste prima tra i prati fino a Churwalden, poi lungo uno sterrato ombroso velocissimo e lunghissimo lungo la valle del torrente che scende a Chur, in cui lasciamo andare i freni e pennelliamo le nostre ultime curve sterrate.
Torniamo sull'asfalto appena fuori Chur, in tempo per una volata da brividi e lividi tra i binari del treno ed arriviamo tutti 23 in stazione sani (quasi) e salvi, giusti per il treno.
Abbiamo due ore abbondanti per riposarci in vista degli ultimi 8 Km fuori programma che dovremmo fare in bici da Ardez a Scuol, causa l'inagibilità momentanea della linea ferroviaria in loco, anche se in realtà potremmo usufruire del servizio di bus navetta ma visto il meteo favorevole ci aspettiamo una divertente sgambata finale.
La sgambata c'è, ma sotto un improvviso e quanto mai intempestivo diluvio : happy end umido e causa la pioggia salta anche il canonico bicchiere di commiato.
Non temete, avremo modo di rifarci con gli interessi tra poco meno di un anno !
Alla prossima !
Max